Ndt:Questo testo è contenuto alla fine del libretto posto all'interno del custodia del Cd dell'album dei Propagandhi "Supporting Caste".
Su un pianeta in cui la maggioranza degli esseri umani, nel corso della storia, è vissuta e morta in abietta soggezione ad una ininterrotta serie di spietati opportunisti e autocrati, è comprensibile che qualcuno creda che siamo condannati a una perenne Età Buia.
Quando tutta questa follia – guerra permanente, ecocidio, sessismo, razzismo, omofobia, insensata concentrazione di ricchezza e di potere decisionale – viene semplicemente normalizzata, e i nostri dubbi privati vengono fatti passare per malattia mentale, gli inviti alla passività e alla complicità possono apparire seducenti: la vita è breve e assurda, perciò che differenza fanno le nostre azioni?
E in un certo senso è così, suppongo. Io stesso mi ci ritrovo a fare i conti quando trascorro le ore della mia vita a guardare gli sport di squadra, assorbendo il liquido da imbalsamazione che secondo la pubblicità migliorerà ciò che resta di essa.
Ma di certo sono quelli come me – che non devono passare la vita a prendere calci in culo – che possono permettersi di indulgere in questo genere di astrazioni.
Dobbiamo ricordarci che ogni nostra azione ha delle possibili ripercussioni per la vita sulla terra. Facciamo tutti parte di una rete di eventi e di scelte che, in ultima analisi, determinano il futuro.
Non si può essere “apolitici” in un pianeta affollato di ideologie in competizione. Le persone che affermano di essere “apolitiche” stanno semplicemente e pateticamente compiendo il definitivo atto politico di rimettersi agli interessi dell’ordine prevalente (di solito perché traggono un beneficio da quell’ordine). Costoro in effetti sono dei traditori. Minchioni. Idioti. Commedianti. Atteggioni.
La verità è che, come insegna la storia, qualsiasi libertà elementare di cui godiamo e quelle poche sane politiche sociali che abbiamo ereditato non sono mai state fatte piovere graziosamente dal cielo dalle classi dominanti. Sono stati i cittadini medi (e quelli “al di sotto della media”) a combattere per esse – spesso a grande prezzo – allorché si sono rifiutati di vivere come se fossero proprietà dello Stato e hanno rischiato la propria sicurezza e i propri privilegi per cercare di garantire un futuro migliore.
Se davvero volete essere i più ricchi minchioni del cimitero,1 fate pure. Ma dal momento che non potete portarvi dietro niente, e poiché tutto ciò che conta è quello che vi lasciate dietro, perché dilapidare l’eredità?
In diretta da Leaf Nation¹,
Chris H.
¹) Cioè Toronto, città dei Toronto Maple Leaf.
Quando tutta questa follia – guerra permanente, ecocidio, sessismo, razzismo, omofobia, insensata concentrazione di ricchezza e di potere decisionale – viene semplicemente normalizzata, e i nostri dubbi privati vengono fatti passare per malattia mentale, gli inviti alla passività e alla complicità possono apparire seducenti: la vita è breve e assurda, perciò che differenza fanno le nostre azioni?
E in un certo senso è così, suppongo. Io stesso mi ci ritrovo a fare i conti quando trascorro le ore della mia vita a guardare gli sport di squadra, assorbendo il liquido da imbalsamazione che secondo la pubblicità migliorerà ciò che resta di essa.
Ma di certo sono quelli come me – che non devono passare la vita a prendere calci in culo – che possono permettersi di indulgere in questo genere di astrazioni.
Dobbiamo ricordarci che ogni nostra azione ha delle possibili ripercussioni per la vita sulla terra. Facciamo tutti parte di una rete di eventi e di scelte che, in ultima analisi, determinano il futuro.
Non si può essere “apolitici” in un pianeta affollato di ideologie in competizione. Le persone che affermano di essere “apolitiche” stanno semplicemente e pateticamente compiendo il definitivo atto politico di rimettersi agli interessi dell’ordine prevalente (di solito perché traggono un beneficio da quell’ordine). Costoro in effetti sono dei traditori. Minchioni. Idioti. Commedianti. Atteggioni.
La verità è che, come insegna la storia, qualsiasi libertà elementare di cui godiamo e quelle poche sane politiche sociali che abbiamo ereditato non sono mai state fatte piovere graziosamente dal cielo dalle classi dominanti. Sono stati i cittadini medi (e quelli “al di sotto della media”) a combattere per esse – spesso a grande prezzo – allorché si sono rifiutati di vivere come se fossero proprietà dello Stato e hanno rischiato la propria sicurezza e i propri privilegi per cercare di garantire un futuro migliore.
Se davvero volete essere i più ricchi minchioni del cimitero,1 fate pure. Ma dal momento che non potete portarvi dietro niente, e poiché tutto ciò che conta è quello che vi lasciate dietro, perché dilapidare l’eredità?
In diretta da Leaf Nation¹,
Chris H.
¹) Cioè Toronto, città dei Toronto Maple Leaf.
Nessun commento:
Posta un commento